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Matera, i Sassi e la terra

16-02-2025 22:45

Luca

Art and Crafts, cucina italiana, cucina italiana, matera, sassi, terracotta, ceramica, ceramics,

Matera, i Sassi e la terra

Matera, i Sassi e la terra. Storia di una capitale della cultura e della sua terra.

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Qualche giorno fa abbiamo preso un aereo per Bari e dopo aver noleggiato una macchina siamo andati a Matera. Come ho sempre pensato e detto, le vacanze sono per noi "faticose", non c'è mai abbastanza tempo per visitare le belle cose che ci sono intorno e soprattutto assaggiare tutte le specialità locali tipiche dei luoghi. A Matera ci siamo presi il nostro tempo, il meteo non era favorevole ma ci ha permesso comunque di passeggiare tra i "Sassi" e scoprire alcune cose meravigliose di questo luogo magico. Le strade erano abbastanza vuote e i locali chiusi essendo fuori stagione ma un pomeriggio, attratti da delle "appliques", abbiamo scoperto il laboratorio di Biagio Lamberti. Una vera sorpresa; Biagio Lamberti, architetto di formazione, crea oggetti in terracotta forgiata al tornio, o sagomati a mano, utilizzando terra scavata e lavorata sul posto. Di seguito trovate alcune informazioni e foto delle sue meravigliose opere.
All'ora di cena, dopo aver camminato tutto il giorno, siamo andati a scoprire i piatti della tradizione tra i vicoli dei "Sassi" e le sorprese non sono finite; piatti rustici e prodotti eccellenti, una cucina che racconta di una tradizione contadina con piatti semplici ma con tutta la storia di questa terra.


Note Storiche

Matera è un comune italiano di 59573 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia della Basilicata.

La città è conosciuta nel mondo per gli storici rioni Sassi, che ne fanno una delle città ancora abitate più antiche al mondo. I Sassi sono stati riconosciuti patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1993, primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento.


Le origini di Matera sono molto remote e ne è testimonianza il ritrovamento nel territorio circostante di alcuni insediamenti sin dall'età paleolitica. Infatti nelle grotte sparse lungo le Gravine materane sono stati ritrovati diversi oggetti risalenti a quell'epoca, testimonianti la presenza di gruppi di cacciatori. Nel periodo Neolitico gli insediamenti diventarono più stabili, tanto che sono presenti tracce evidenti di diversi villaggi trincerati che risalgono a quel periodo, in particolare sulla Murgia Timone. Con l'Età dei metalli nacque il primo nucleo urbano, quello dell'attuale Civita, sulla sponda destra della Gravina

Sorta su un preistorico villaggio trincerato, la città ha probabili origini greche; ciò sarebbe confermato dall'emblema della città, il bue con le spighe di grano, che è un simbolo tipico della Magna Grecia; secondo alcuni storici riprodurrebbe l'emblema della città di Metaponto, che era appunto un bue, mentre le spighe di grano erano figure ricorrenti nelle monete greche.


Nel periodo della Magna Grecia Matera ebbe stretti rapporti con le colonie situate sulla costa meridionale e, successivamente, in età romana fu solo centro di passaggio ed approvvigionamento. Nel 664 d.C. Matera passò sotto il dominio longobardo e venne annessa al Ducato di Benevento. I secoli IX e X furono caratterizzati da aspre lotte fra gli stessi Longobardi, i Saraceni ed i Bizantini, che tentarono più volte di impadronirsi del territorio; la città fu distrutta nell'867 dalle truppe di Ludovico II, imperatore dei Franchi, proprio nel tentativo di cacciare i Saraceni che nel 847 avevano costituito l'emirato di Bari.

Nel frattempo, a partire dall'VIII secolo, diversi monaci si stabilirono lungo le grotte della Gravina trasformandole in chiese rupestri. Dopo l'insediamento dei Normanni avvenuto nel 1043 la città conobbe un periodo di pace. Nei secoli seguenti, fra carestie e terremoti, Matera fu a lungo città Regia, in quanto si liberava dal dominio feudale riscattandosi più volte, ma sotto gli Aragonesi la città fu ceduta al conte Giovan Carlo Tramontano, che nel 1514 venne ucciso dalla popolazione oppressa dalle tasse.

Nel 1663, in epoca spagnola, Matera uscì dalla provincia di Terra d'Otranto, di cui fino ad allora era parte integrante, per divenire, fino al 1806, capoluogo dell'allora provincia di Basilicata nel Regno di Napoli. Durante questo periodo la città conobbe un'importante crescita economica, commerciale e culturale.


Tale titolo le rimase fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte trasferì le competenze a Potenza. Nel periodo risorgimentale cominciò a diffondersi un malessere esplose nel 1860 con l'eccidio Gattini, primo sintomo di ribellione che precedette il brigantaggio postunitario. 
Nel 1927 la città divenne capoluogo di provincia.

Matera è stata la prima città del meridione a insorgere in armi contro il nazifascismo ed è per questo tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione.

Nel 1945 vi furono sommosse popolari per l'assegnazione delle terre incolte che si risolsero con l'emanazione fra il 1946 e il 1947 dei decreti Ponte (da Aurelio Ponte, prefetto di Matera); furono anticipatarie della riforma agraria. Nel 1948 nacque la questione dei Sassi di Matera, sollevata da Palmiro Togliatti prima, e da Alcide De Gasperi dopo. Nel 1952 una legge nazionale stabilì lo sgombero dei Sassi e la costruzione di nuovi quartieri residenziali che svilupparono la città nuova nella quale confluirono i 15000 abitanti dei Sassi. Nel 1980 fu parzialmente danneggiata dal terremoto dell'Irpinia e dalle scosse che seguirono.

Nel 1986 una nuova legge nazionale finanziò il recupero degli antichi rioni materani, ormai degradati da oltre trent'anni di abbandono.

Nel 2014 è stata designata capitale europea della cultura per il 2019.

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Biagio Lamberti, architetto

Biagio Lamberti è un architetto di Potenza che realizza originali manufatti plasmati con argilla, terracotta, e grès. Nella serie “Terra In-attesa” le forme reinventate degli oggetti di uso quotidiano si rifanno a quelle dei vasi dell’antica Lucania. La texture ricorda la rugosità, le increspature, i tratti corposi dei calanchi tra Aliano e Montalbano Jonico. Creazioni intensamente materiche che esprimono una profonda adesione al paesaggio culturale della Basilicata.

 

Biagio Lamberti su Instagram: clicca QUI

 

VANITY FAIR


L’annuale expo Fucina Madre, manifestazione organizzata dall’APT Basilicata raduna i migliori talenti della regione. Come Luca Colacicco, che con le essenze dei boschi lucani regala una nuova veste ad accessori del passato, quali tipici sgabelli e panchette, accessori una volta indispensabili nella dote di una sposa. O le ceramiche minerali e telluriche del giovane architetto Biagio Lamberti, ispirate ai calanchi lucani.


THE SUNDAY TIMES
 

A visit isn’t complete without embarrassing yourself at a “laboratory”, where local artisans have turned the sassi into ateliers pumping out ceramics, fabrics and other knick-knacks (Matera-themed bauble, anyone?). Indulge your inner Demi Moore in a pottery class with Biagio Lamberti at Ceramiche on Via Rosario, then pop next door and pick up something crocheted from Angela Ramundo at Crea Che Ricrea.

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La Cucina tipica materana

I piatti tipici di Matera, e la ricercata cucina dei Sassi, fanno parte di una tradizione culinaria molto antica.

Sebbene pietanze di una cultura povera, racchiudono tutta la storia della vita rupestre e le tante  eccellenze ricordano la cucina dei rioni Sassi.
La cucina materana è ricca di portate a base di legumi, carni con verdure, formaggi, il famoso pane di Matera, e addirittura fiori spontanei della murgia.

 

Vediamo ora 6 piatti tipici classici che non potete perdervi se andate in gita a visitare Matera.


1 - Il “Peperone crusco”

 

Tra i molti prodotti gastronomici della Basilicata si trova il peperone crusco, che rappresenta anche una identità culturale simile a quella che il peperoncino piccante rappresenta per la confinante regione Calabria.

Uno degli utilizzi gastronomici del peperone crusco è come antipasto, nella versione “fritto” ed accompagnato ai gustosi formaggi della zona. Non si tratta di una varietà di pepesone ma è il derivato della coltivazione del peperone di Senise IGP, un particolare peperone lucano sottoposto a essiccazione.

Il nome peperone crusco deriva proprio dalla croccantezza inconfondibile che questi peperoni assumono quando vengono fritti dopo la fase di essiccatura.


Il peperone di Senise è una varietà di peperone tipica di Senise, comune in provincia di Potenza. Presenta una forma appuntita, ad uncino o a tronco, a seconda del tipo. Ha un sapore dolce ed un colore che varia dal verde al rosso porpora, quando maturo, e si caratterizza per le dimensioni e la polpa sottile.

 

2 - Il Pane di Matera IGP

 

Il Pane di Matera è un prodotto di panetteria ottenuto utilizzando semola rimacinata e/o semolato di grano duro, di cui almeno il 20% proveniente da ecotipi locali e vecchie varietà, a cui si aggiungono lievito naturale (lievito madre), sale e acqua.
Il Pane di Matera IGP si trova nella forma a "Cornetto" (allungato e leggermente convesso) e a "Forma Alta" (alto e compatto, con “baciature” ai fianchi). La crosta è croccante, ha colore bruno dorato e un odore tipico di bruciato. La mollica è invece di colore giallo con una porosità tipica molto difforme. Il sapore e l’odore sono estremamente caratteristici.

Per la lavorazione si utilizza il lievito madre che, nel caso del Pane di Matera, si ottiene dalla polpa di frutta fresca matura e tenuta in precedenza a macerare in acqua per 48 ore. Successivamente alle varie lavorazioni e alla lievitazione, alle preforme viene data manualmente la caratteristica forma, vengono marchiate sulla sommità con un timbro a pressione, per poi essere infornate.

Ottimo appena sfornato, si conserva perfettamente alcuni giorni. È indicato in abbinamento con i salumi locali e con i formaggi. Ottimo nella tradizionale feddarauss (bruschetta) con pomodoro, olio e origano. Molto utilizzato anche nelle zuppe di verdure sia calde che fredde, come la tipica "cialledda", una minestra calda a base di pane, acqua e cipolle o pomodori, con l’aggiunta di verdure locali a piacere.

 

3 - La “Cialledda”


Piatto tipico della Matera rurale: si tratta di una ricetta del riuso a base di pane raffermo lasciato indurire per circa 2 settimane condito con patate, cipolla, erbette della Murgia. Anticamente si usavano anche i fiori di asfodelo.

 

Gli asfodeli fioriscono spontaneamente nel Parco delle Chiese Rupestri del Materano e ancora oggi nei periodi di fioritura se ne trovano in quantità lungo l’Altopiano. Cibo dei monaci basiliani che hanno abitato le zone rupestri, sulla Murgia ce ne sono soprattutto 2 qualità, gli asfodeli bianchi e quelli gialli.
I preferiti in campo alimentare erano quelli gialli, più dolci ma soprattutto molto proteici, spesso usati in sostituzione della carne.


Di cialledda ne esistono due versioni: una fredda e una calda.

Per la cialledda fredda il pane di Matera ormai raffermo viene ammollato nell’acqua e condito con pomodorini, cipolle e origano. Questo piatto è conosciuto anche come “colazione del mietitore” perché veniva consumato dai contadini. Alla sua versione base vengono spesso aggiunti anche altri ortaggi.

La ricetta della cialledda calda, invece, prevede che il pane ammollato venga fatto cuocere insieme alle verdure (cime di rapa o cicorie) con l’aggiunta di un uovo che aiuta a far amalgamare il tutto.

 

4 - Il “Pezzente”

 

Il “pezzente” della montagna materana è una salsiccia tipica della tradizione contadina delle aree interne della Basilicata, ottenuta usando le parti meno nobili del maiale. Il suo profumo è speziato e complesso; la sua consistenza morbida, armonica ed equilibrata.

Il nome di questa salsiccia rimanda alle origini della vita contadina, alla necessità di conservare più a lungo possibile la carne e, soprattutto, di utilizzare al meglio ogni parte del maiale. Alla miscela di carni si aggiungevano tutti i prodotti che facevano parte del bagaglio di spezie del territorio come il pepone, peperone di Senise piccante e dolce ridotto in polvere, finocchio selvatico, l’aglio fresco tritato di Sant’Arcangelo e Craco, sale marino che veniva portato in blocchi e quindi macinati nel “pisasale”, un mortaio scavato ottenuto da grosse pietre di fiume, tutti conservanti naturali.

Era uno dei prodotti base della tradizione povera contadina, mangiato, appunto, solo dai “pezzenti” come sostituto della carne, usato per fare il ragù o per insaporire altri piatti.

 

5 - La “Crepiata”

 

La Crapiata Materana è uno dei piatti più tradizionali della città dei Sassi. Una zuppa “povera” che affonda le sue radici in un tempo lontano. La Crapiata Materana era tradizionalmente preparata dagli abitanti per festeggiare la fine del raccolto: I contadini della città dei Sassi infatti, erano soliti festeggiare questo evento il 1 agosto.

La crapiata era il risultato di tutti e non del singolo: tutte le donne materane portavano un pugno di ciò che era rimasto del raccolto precedente. Ogni pugno offriva quello di cui si viveva per l’intero anno (grano, ceci, fagioli, lenticchie, cicerchie, fave). Si viveva di poco, ma quel poco era condiviso: perché la terra ha bisogno di tutti.

 

6 - “Fave e Cicoria”

 

“Fave e cicorie” è un piatto antichissimo e tipico sia della Lucania che della Puglia; una ricetta facile, sana, rustica e genuina. La cicoriella è una verdura dalle mille proprietà benefiche e dal sapore assai particolare. Questa pietanza viene preparata soprattutto alla fine della stagione estiva ed all’inizio di quella autunnale.

Questo piatto della tradizione pugliese è la dimostrazione che con pochi ingredienti economici si può ottenere una pietanza dal sapore eccezionale. Le fave secche grazie alla cottura prolungata diventano una vera e propria crema o purea, e con il loro sapore delicato si sposano alla perfezione con la cicoria dal caratteristico sapore amarognolo. Si crea così un piatto equilibrato che è completato con dell’olio d’oliva a crudo e con dei crostini di pane è un perfetto piatto vegetariano e vegano sano e completo.

 


da sinistra a destra in senso orario: 

1) Peperone “Crusco”, 2) Pane di Matera, 3) la “Cialledda”, 4) il “Pezzente”, 5) la “Crepiata” e 6) “Fave e Cicoria”

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